Sinossi

Era consuetudine, durata fino al 1719, che l’anno accademico dell’Ateneo napoletano fosse inaugurato da una prolusione ufficiale. Essa veniva affidata, ratione officii, al professore di eloquenza, la cattedra tenuta da Giambattista Vico. Tra il 1699 e il 1707 il filosofo napoletano tenne 6 orazioni inaugurali e nel 1708 la prolusione De nostri temporis studiorum ratione, che già affrontava i temi etico-pedagogici e filosofici utili a fondare un moderno metodo degli studi. Alcune orazioni, almeno due, sono andate perdute. Solo nel 1732 Vico torna a leggere la prolusione accademica dal titolo De mente heroica. Essa è aperta da una dedica al Viceré del Regno di Napoli che già contiene l’annuncio del tema che s’intende trattare: incitare “la gioventù studiosa delle lettere al raggiungimento dell’eroica sapienza”. Quel che Vico intende proporre ai giovani ascoltatori è “argomento assolutamente nuovo”, privo di “vacui ornamenti” e di “cincischiamenti di parole”.